Il trasporto e le Alpi, nel mese di novembre, sono stati protagonisti di due atti importanti:
a) l’approvazione della legge,9 novembre 2012,n. 196, di ratifica ed di esecuzione del Protocollo di attuazione della Convenzione per la protezione delle Alpi del 1991 nell’ambito dei trasporti, fatto a Lucerna il 31 ottobre 2000 e che,a differenza degli altri 11 protocolli di attuazione della Convenzione, era stato stralciato in occasione dell’approvazione del disegno di legge di ratifica nel 2009;
b) la firma, il 15 novembre, del protocollo di intesa per la Istituzione di un “Tavolo di coordinamento” che supporterà la messa a punto e la gestione del programma della Presidenza italiana (2013-2014) e che affronterà temi quali la gestione delle risorse agricole e forestali, energetiche ed idriche ma anche i trasporti sostenibili e le questioni che hanno un impatto sui cambiamenti demografici nelle Alpi .
In questa sede vogliamo soffermarci in particolare sull’importanza della legge 196/2012,che finalmente dopo dodici anni di discussioni, conclude l’iter di recepimento dei contenuti della Convenzione.
La situazione, con ogni probabilità si è sbloccata per evitare, in occasione biennio di Presidenza italiana della Convenzione delle Alpi “l’imbarazzo” per il silenzio italiano su uno dei punti che maggiormente qualifica la convenzione stessa.
Un ritardo che si giustifica con delicatezza del tema e le effettive difficoltà di conciliare le esigenze di sostenibilità ambientale delle Alpi con quelle economiche e che ha visto il mondo dell’autotrasporto fortemente contrario .
Difficoltà e contrasti che ,a quanto sembra, sono stati superati con la solita soluzione all’italiana. E’ stato infatti approvato dal Parlamento un Ordine del Giorno che impegna il Governo a prestare la massima attenzione sull’applicazione del Protocollo, assumendo tutte le iniziative necessarie a tener conto delle esigenze nazionali con la precisazione che l’Italia non considera vietata la costruzione di nuove infrastrutture infralpine.
Il punto maggiormente controverso sono infatti gli impegni previsti all’art. 11 del protocollo “Trasporto su strada” riguardanti sia la costruzione di nuove strade di grande comunicazione per il trasporto transalpino che i progetti stradali di grande comunicazione per quello intraalpino.
Una soluzione non nuova per casi simili , frutto di compromessi che ,tuttavia, pur consentendo oggi il superamento dell’empasse che si era creata , richiede, in futuro, per essere gestita in maniera equilibrata ,una forte capacità di mediazione fra le diverse esigenze anche di tipo territoriali che ,come sappiamo, rappresentano per queste tematiche le variabili piu’ complesse da affrontare .
leggi il testo della legge 196/2012 e testo protocollo