6 Dicembre, 2024
Roma: presentato 3° rapporto alla città. Rinnovamento TPL, intermobilità, ciclabili e richiesta di trasferimento di risorse adeguate

Il Sindaco Roberto Gualtieri ha presentato, presso la Sala Sinopoli dell’Auditorium, il “Terzo Rapporto alla Città”, per raccontare il lavoro svolto e le sfide che attendono la Capitale.

Come ogni anno, al Rapporto è associata una parola. Il primo anno era “ripartire”, con la riorganizzazione della macchina amministrativa, il varo del Piano Rifiuti e del Piano per la Mobilità, la ricerca delle risorse e la progettazione del Next Generation Rome, il grande piano di trasformazione da 14 miliardi di euro. Il secondo anno “trasformare”, con l’approvazione dei singoli progetti, l’apertura dei cantieri e la visione di una trasformazione profonda di Roma. Nel terzo anno, il Sindaco ha scelto come parola chiave “aprire”, perché in questo verbo c’è molto delle ambizioni e del futuro di Roma.

Nel suo discorso Gualtieri si è soffermato sul diritto alla mobilità e sull’enorme sforzo di rinnovamento in corso sul fronte del trasporto pubblico: “è stato un anno duro e difficile per il sistema dei trasporti, con il rifacimento dell’ultimo tratto dei binari della Metro A, la revisione generale di 13 treni che non potevano circolare, la manutenzione della rete tramviaria. Ma ora siamo pronti a raccogliere i primi risultati del lavoro fatto, e a chiudere la stagione delle manutenzioni per aprire quella del potenziamento del trasporto pubblico. Il primo pilastro è naturalmente la rete metro, che stiamo sia ampliando che rendendo più efficiente. È partito lo straordinario cantiere di piazza Venezia, che realizzerà una stazione museo unica al mondo e riporterà alla luce l’antica via Lata e l’Ateneo di Adriano e che, posso fare questo annuncio, entro la fine dell’anno sarà “vestito” da opere di grandi artisti contemporanei, per renderlo più bello. E se sarà confermata la cancellazione del taglio al finanziamento della tratta T1 della metro C, come sembra probabile visti gli emendamenti bipartisan al riguardo, ringrazio tutti, saremo in grado di partire entro il 2025 con i lavori delle tratte T1 e T2 in parallelo per poter completare la Metro C fino a Farnesina in dieci anni.

Intanto a dicembre saranno completati i lavori delle stazioni Porta Metronia e Colosseo, che saranno aperte al pubblico nel prossimo autunno dopo la necessaria fase di collaudo, che è complessa perché sono treni senza guidatori. Inoltre, abbiamo assegnato la gara per la progettazione del prolungamento della Linea A e contiamo di avviare quello della Linea B a Casal Monastero e la realizzazione della Linea D dall’Eur a Prati Fiscali. A dicembre arriverà il primo dei 36 nuovi treni che abbiamo acquistato per la A e la B, e altri 8 ne arriveranno nel 2025 consentendo, finalmente, insieme al progredire delle manutenzioni dei treni esistenti, un primo miglioramento delle frequenze ancora oggi non adeguate. Infine, nel 2026 arriveranno 6 nuovi treni della Metro C. Nel frattempo, è in via di completamento il piano di manutenzione straordinaria di scale mobili e ascensori. Oggi funziona il 90% degli impianti e per il Giubileo si arriverà al 95%.
A dicembre vedremo infine completato il restyling delle prime delle tre stazioni della linea A: vedete dietro di me Spagna, poi Ottaviano e Cipro. Nel 2026 sarà effettuato quello di tutte le altre stazioni della A.

Il secondo pilastro della nuova mobilità è il rilancio della rete tranviaria. Da dicembre la rete sarà di nuovo pienamente operativa, e nel corso del 2025 arriveranno i primi 8 convogli dei 121 che abbiamo acquistato con la più grande gara d’Europa del settore.
E poi ci sono le nuove linee. A ottobre è partito il cantiere per la Tramvia Togliatti, il primo dopo 25 anni. È un’opera strategica, che collegherà tre municipi incrociando le linee A, B e C della metropolitana e la ferrovia FL2 e sarà conclusa a giugno del 26, quando sarà realizzato anche il primo tratto della TVA tra Giureconsulti e Vaticano. A settembre è stata pubblicata la gara per la linea tra Verano e Stazione Tiburtina, che sarà pronta entro il 2026, mentre entro l’anno pubblicheremo la gara per Termini-Giardinetti-Tor Vergata.
Anche il trasporto pubblico di superficie su gomma sta vivendo una rinascita attesa da anni: dopo l’uscita di Atac dal concordato preventivo, è entrato nel vivo il suo rilancio. Atac ha assunto 1.200 autisti e messo in circolazione 500 nuovi bus, che diventeranno 1.150 entro il 2026, con vetture di nuova generazione ibride, a metano ed elettriche. Entro l’anno prossimo sarà dimezzata l’età media della flotta.
Intanto, continuano ad aumentare i chilometri percorsi: prima del Covid i mezzi di superficie facevano 85 milioni di chilometri l’anno, nel 2023 ne hanno percorsi 88 che, grazie al nuovo contratto di servizio con Atac, arriveranno a 96. C’è poi la novità importante dell’affidamento del servizio periferico di TPL, dopo anni di proroga, che sta finalmente rinnovando una flotta vecchia e inaffidabile offrendo un servizio più capillare su un’enorme area della città.

Un ulteriore passo in avanti nella qualità del servizio arriverà dalla modernizzazione delle fermate con 435 pensiline smart, e oltre 400 paline digitali entro il 2025: 100 pensiline e 120 paline entro dicembre.
Strategico è anche il lavoro sul Nodo ferroviario di Roma. Sono iniziati i lavori alla Stazione Trastevere per collegarla al sottopasso Marconi, mentre cantieri sono in corso anche a Termini e San Pietro. Entro il 2025 ci saranno interventi anche su Tuscolana, Aurelia e Torricola. Finalmente è stata sbloccata la realizzazione del nodo di scambio del Pigneto, che diventerà la terza principale stazione di Roma, e il completamento dell’anello ferroviario. Nella nostra visione di mobilità però è centrale anche l’intermodalità. Immaginiamo una Roma dove i cittadini possano muoversi in modo intelligente, combinando diverse opzioni di trasporto. Per questo, nonostante i ritardi ministeriali, vareremo il progetto Mobility as a Service, che unirà tutte le opzioni di trasporto in un’unica app. Entro il 2026 costruiremo 10.000 nuovi posteggi.
In questa visione, lo sviluppo della mobilità ciclabile è essenziale: prevediamo 143 chilometri di nuove ciclovie entro il 2026. Il Grab, con i suoi 50 km tra le bellezze della città, è già in corso e contiamo di completarlo entro giugno. E poi stiamo installando oltre 600 bike box nelle stazioni metro, già presenti in 18 stazioni. Abbiamo, infine, aggiornato i regolamenti per car sharing, monopattini, e-bike con risultati positivi sia per il decoro che per l’uso trasportistico di questi mezzi.

Infine, sul fronte della mobilità, c’è la svolta importantissima dell’aumento di 1.000 nuove licenze taxi. Non si riusciva a farlo dai tempi di Veltroni. Abbiamo utilizzato la normativa ordinaria, che ci garantirà un’entrata di circa 14 milioni di euro. I primi nuovi taxi entreranno in servizio in questi giorni. Il prossimo passo, atteso da 30 anni, sarà il bando per il rilascio delle autorizzazioni NCC con un percorso di condivisione. Abbiamo fatto molto. E molto ancora faremo. Ma è evidente che questo piano ambizioso rischia di essere depotenziato se dallo Stato non verranno trasferite risorse adeguate al Tpl di Roma. Non è accettabile che la Capitale del Paese riceva un contributo pro capite per il trasporto pubblico pari al 44% di quello di Milano.

Dall’insieme delle azioni sulla mobilità ci aspettiamo anche un miglioramento significativo anche della sicurezza sulle strade, che è ancora drammaticamente insufficiente, nonostante quest’anno si registri una prima inversione di tendenza con la riduzione, finora, delle vittime sia rispetto all’intero periodo pre-Covid che agli ultimi due anni. Un alleato fondamentale in questa battaglia è il corpo della Polizia Locale che ha incrementato in misura significativa controlli e sanzioni.
Il lavoro sulle pedonalizzazioni e le isole ambientali è parte di una visione più generale di trasformazione di Roma, che non punta solo a una maggiore efficienza e capillarità dei trasporti e a una migliore cura della città, ma ha l’obiettivo di riqualificare profondamente lo spazio urbano e le relazioni tra le persone. Perché al centro di questa trasformazione ci sono le persone, le comunità e i quartieri, e un impegno straordinario per organizzare e promuovere la prossimità, la partecipazione, l’educazione e la cultura.
D’altronde, le stesse necessarie azioni di mitigazione e adattamento ai mutamenti climatici non possono prescindere da una più profonda trasformazione della società.

È il modello della Città dei 15 minuti. Quello di una metropoli più semplice, nella quale i servizi sono vicini ai cittadini: scuole, spazi pubblici, biblioteche, centri sportivi, parchi, aree giochi. Una città più coesa, più sicura e più inclusiva, con comunità di vicinato più forti e valorizzazione delle reti solidali. Una città che incoraggia la partecipazione attiva e dove si sta insieme e si fanno attività comuni: orti urbani, progetti sociali, musica, cultura. Una città più giusta e più felice, perché sa dare a tutti assistenza, dove c’è bisogno, e un’opportunità di vita, di crescita, di lavoro e sviluppo a ciascuno. Una città più verde, in prima linea nella lotta ai cambiamenti climatici, anche come occasione straordinaria per produrre lavoro e benessere.

Vai alla barra degli strumenti