1 Settembre, 2024
Giuseppe Ruzziconi rieletto alla presidenza di federMobilità

Per il futuro del TPL rafforzare la regolazione locale
Tra crisi e opportunità: le politiche per il trasporto pubblico e una mobilità integrata

Ruzziconi sottolinea l’importanza del recente provvedimento parlamentare “lo schema di decreto legislativo di riordino della materia dei servizi pubblici locali di rilevanza economica” che introduce finalmente il soggetto regolatore locale. Ora diventa necessario dare risorse, umane tecnologiche ed economiche agli EELL e alle autorità locali per consentire loro di giocare quel ruolo che la riforma Mattarella, le delibere ART e AGCM presuppongono venga giocato. Ruolo che però salvo nei casi di buone pratiche pur esistenti, non trova la possibilità di essere giocato per la cronica mancanza di risorse e competenze dedicate.

Assieme al tema della regolazione – Ruzziconi- indica almeno altri tre problemi che riguarderanno, nel prossimo futuro, il trasporto pubblico: la riforma del trasporto pubblico, l’incremento del Fondo Nazionale trasporti, gli investimenti in nuovi mezzi ad alimentazione alternativa e in innovazione tecnologica in logica MaaS.

 Il 2022 si è presentato con l’inizio di una guerra imprevedibile di invasione dell’Ucraina da parte della Russia che sta destabilizzando la situazione economica dell’Europa e che vede nel caro energia l’effetto più rilevante pesantemente scaricato sul sistema del Trasporto Pubblico Locale. Gli aiuti del Governo e le compensazioni economiche dei Comuni hanno fino ad oggi contenuto la crisi economica e finanziaria delle aziende, ma nuvole nere si addensano sui bilanci consuntivi delle aziende per il 2022 gravati come saranno dal caro carburanti ed energia.

Il nuovo Governo, pertanto, si troverà ad affrontare tra numerosi problemi, anche, quello della tenuta del sistema del trasporto pubblico, seppure contestualmente potrà cogliere le opportunità legate al perseguimento degli obiettivi di sostenibilità e di transizione ecologica che l’Europa verso il nostro Paese sta sostenendo con quantità importanti di risorse economiche.

Per l’Italia la crisi economica ha mandato un messaggio più forte che ad altri Paesi per la vulnerabilità del nostro modello economico di sviluppo – colpevolmente dimenticato – rispetto allo stretto legame con l’ambiente.

La fase che abbiamo davanti si fonda su due aspetti, ritenuti maggiormente significativi: la transizione ecologica e l’innovazione digitale, con lo specifico obiettivo di favorire lo shift-modale dalla mobilità privata verso quella collettiva.  Ovviamente per godere dei benefici degli ingenti investimenti pubblici sarà opportuno da un lato operare per una costante ricerca di maggiore efficienza, innovazione e qualità dei servizi per le imprese destinatarie dei fondi pubblici, per meglio assecondare le tendenze evolutive della domanda e, dall’altra, una maggiore mobilitazione di risorse finanziarie private da affiancare a quelle pubbliche.

L’offerta di diverse combinazioni di soluzioni di trasporto, sempre più integrate attraverso le piattaforme digitali (logica MaaS), pone anche dei rischi riguardanti l’uso non trasparente e discriminatorio degli algoritmi e dei connessi dati nei confronti di utenti e operatori. In questo specifico caso si capisce bene l’importanza di interventi tesi a favorire l’uso pubblico dei dati necessari ad assumere le corrette scelte modali, nonché ad esercitare le funzioni pubbliche di pianificazione, programmazione e controllo.

Una politica per la mobilità ha al centro l’attenzione sul cambiamento comportamentale verso la mobilità sostenibile e lenta, fondata sulla connessione tra persone, luoghi, trasporto pubblico, pianificazione e politica. Aspetti primari di questo nuovo approccio improcrastinabile sono la gestione oculata ed organizzata del suolo pubblico, una mobilità integrata e sostenibile e l’organizzazione ecologica della logistica.

Un’opportunità da non perdere riguarda il PNRR e i suoi 220 miliardi di euro che l’Europa ha destinato al nostro Paese e che dovranno essere investiti entro il 2026.

Cosa chiede federMobilità al nuovo Governo per una politica della mobilità integrata e per il trasporto pubblico?

  • L’attuazione della riforma del Trasporto Pubblico. Il Parlamento ha definito nei giorni scorsi il testo lo schema di decreto legislativo di riordino della materia dei servizi pubblici locali di rilevanza economica che la Commissione Mattarella aveva presentato al Governo nel luglio dello scorso anno;
  • l’incremento del Fondo Nazionale Trasporti che il Governo Draghi ha per i prossimi tre anni già in parte incrementato e che andrà sostenuto anche per gli anni successivi;
  • la garanzia che gli investimenti del PNRR per il settore del TPL siano finalizzati nell’immediato verso una politica sostenibile della mobilità e una politica energetica più incisiva che favorisca l’uso dei mezzi collettivi e del trasporto pubblico in particolare di quelli a bassi consumi ed emissioni.

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